Fra i tessuti più pregiati, il cashmere è da sempre sinonimo di eleganza e raffinatezza. Un tessuto che racconta una storia lontana e particolare, che ne esalta il carattere pregiato riconosciuto già da secoli da quanti lo hanno soprannominato per questa sua caratteristica “vello d’oro”.
Le capre “hircus” dalle quali si ricava il prezioso filato sono allevate in un’aspra regione compresa tra l’Afghanistan, l’India, la Cina e la Mongolia. Ed è proprio da questi pascoli in zone impervie, con venti gelidi e difficilissime condizioni climatiche che prende vita questo straordinario filo.
Già dal XII secolo le tribù mongole utilizzavano il cashmere per i loro vestiti, ma è solo a partire dal Settecento che il filato viene conosciuto anche in occidente. I soldati della Compagnia delle Indie Orientali, infatti, portarono in Inghilterra abiti confezionati in cashmere. Da lì, il filato venne presto esportato anche in Francia e nel resto dell’Europa.
Il sottovello dal quale proviene il filato viene prelevato solo una volta l’anno attraverso un processo di pettinatura innocuo per gli animali. Una materia prima così pregiata ha necessariamente bisogno di una lavorazione rispettosa della sua storia.
Solo nelle sapienti mani dei maestri sartori il filato può prendere vita dando origine a capi originali ed unici. Attraverso le antiche tecniche dell’alta tradizione sartoriale, il cashmere può continuare a regalare quella leggerezza che lo ha reso tanto amato ed inconfondibile.
Un tessuto straordinario, il cashmere, in grado di avvolgere i sensi. Non soltanto per gli occhi, ma anche al tatto restituisce quell’aura di preziosità e leggerezza del tessuto. Tra le mani del sarto, questo tessuto è in grado come pochi di acquistare un’anima, facendo dimenticare il suo aspetto materiale.
Versatile come pochi, è adatto non solo all’inverno, ma può essere utilizzato anche in primavera, attraverso una speciale lavorazione del tessuto, che lo rende più leggero.